La storia del cinema a luci rosse

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Bisogna fare un piccolo salto indietro nel tempo di circa un secolo per iniziare a vedere sul grande schermo nudità, storie di fantasie erotiche, riprese di rapporti sessuali completi; era infatti il 1896 quando il mondo della cinematografia si accorse che tale genere suscitava non poco interesse tra il pubblico, ed è forse per questo che diversi uomini facoltosi, mantenendo il loro anonimato, iniziarono ad investire nella produzione di pellicole a luci rosse, che fecero il loro esordio proprio in questo modo, ovvero in una ristretta cerchia di persone benestanti col…vizietto.

Ovviamente, come in tutte le cose, il progresso e lo sviluppo tecnologico avuti nel corso degli anni fino ad arrivare ai giorni nostri, hanno poco a poco causato una sorta di metamorfosi all’interno del settore cinematografico a luci rosse, che si è evoluto sempre più fino ad assumere i connotati di quella che oggi identifichiamo come pornografia, ovvero non più un qualcosa di erotico softcore, ma una fedele riproduzione di atti sessuali senza alcun tipo di censura.

Gli inizi alla fine dell’Ottocento

Fu la Francia a dare il battesimo a questo tipo di genere, producendo il primo cortometraggio a luci rosse nel 1896; il titolo era Le Coucher de la Marièe, noto anche come Bedtime for the Bride; appena 7 minuti di pellicola che consisteva in pratica uno spogliarello che la moglie fece davanti a suo marito durante la loro prima notte di nozze. Sempre i francesi realizzarono, circa una decina di anni dopo, un altro cortometraggio a sondo erotico; il titolo era A l’Ecu d’Or ou la Bonne Auberge (Alla Centralina Dorata o al Buon Ostello), e trattava di un moschettiere che si ‘rifocillava’ in una locanda con due cameriere.

Se invece parliamo della nascita ufficiale della prima industria cinematografica, dobbiamo riconoscere la sua paternità al regista e fotografo austriaco Johann Schwarzer; proprio a Vienna infatti, fu costituita la Saturn Film, la prima casa di produzione cinematografica a luci rosse agli inizi del 1906, una data storica che segnò in un certo senso anche l’uscita dall’anonimato del genere a luci rosse che, fino ad allora, era sempre stato un lusso che potevano permettersi soltanto pochi fortunati.

Il periodo d’oro degli anni settanta

Ma veniamo agli anni settanta, epoca in cui la produzione pornografica diventò un vero e proprio business dove giravano tanti soldi, e dove c’è odor di denaro ovviamente arriva subito anche la criminalità organzzata; al principio degli anni settanta infatti, fuorilegge e malavitosi americani iniziarono a mettere le mani sugli affari derivanti dal settore e, grazie alle grandi somme di denaro a disposizione, potevano permettersi di contrattare prostitute di lusso ben conosciute per ruoli da protagonista in films pornografici destinati ad un grande successo ai botteghini.

I fratelli californiani Jim ed Artie Jay Mitchell, grazie soprattutto ai loro influenti contatti sociali, misero in poco tempo in piedi un giro molto interessante; i due godevano infatti di ottimi rapporti di amicizia con persone del calibro di Ted Kennedy, fratello dell’ex Presidente USA John Fitzgerald, Larry Flynt, noto editore statunitense, Candice Vitala, già conosciuta attrice e regista porno meglio conosciuta come Candida Royalle. Era il principio degli anni 70, e la pornografia diventò a tutti gli effetti un genere della cinematografia, diffusosi alla grande negli USA, ma legalizzato per la prima volta dalla Danimarca.

Il cinema pornografico italiano

Come in quasi tutti i settori economici, le innovazioni, le novità in generale, bisogna purtroppo registrare l’ennesimo ritardo dell’Italia nel proporre al pubblico films di genere pornografico; la prima pellicola a luci rosse fu infatti proiettata il 25 Ottobre del 1901 al Teatro Politeama di Reggio Emilia, quello che oggi si chiama Teatro Ariosto, davanti ad un pubblico di circa 1000 persone. Basta pensare che la media di spettatori stagionale era stata fino ad allora di circa 400-500 paganti per spettacolo, per darsi conto di quanto tirava la neonata pornografia.

Poche pellicole, per lo più ancora cortometraggi muti come La nascita di Venere, Mercato di Schiave in Oriente, Baci di Amanti, Duello d’Amore, Scultore e Modelle, ed altri ancora, costituirono la produzione cinematografica porno italiana dei primi anni del secolo XX. Furono poi a tutti gli effetti gli anni sessanta a rilanciare il genere pornografico nei cinema, aprendo la strada alla vera epoca d’oro di questo genere erotico-sessuale italiano, ovvero quella avuta negli anni 80 e 90 che ha visto trionfare attrici come Moana Pozzi, Marina Lotar, Cicciolina.