La storia del cinema a luci rosse

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Bisogna fare un piccolo salto indietro nel tempo di circa un secolo per iniziare a vedere sul grande schermo nudità, storie di fantasie erotiche, riprese di rapporti sessuali completi; era infatti il 1896 quando il mondo della cinematografia si accorse che tale genere suscitava non poco interesse tra il pubblico, ed è forse per questo che diversi uomini facoltosi, mantenendo il loro anonimato, iniziarono ad investire nella produzione di pellicole a luci rosse, che fecero il loro esordio proprio in questo modo, ovvero in una ristretta cerchia di persone benestanti col…vizietto.

Ovviamente, come in tutte le cose, il progresso e lo sviluppo tecnologico avuti nel corso degli anni fino ad arrivare ai giorni nostri, hanno poco a poco causato una sorta di metamorfosi all’interno del settore cinematografico a luci rosse, che si è evoluto sempre più fino ad assumere i connotati di quella che oggi identifichiamo come pornografia, ovvero non più un qualcosa di erotico softcore, ma una fedele riproduzione di atti sessuali senza alcun tipo di censura.

Zero Dark Thirty, la morte di Bin Laden sul grande schermo

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‘Zero Dark Thirty’, film del 2012 diretto da Kathryn Bigelow ed interamente incentrato sull’attività dei servizi segreti che portò all’individuazione ed uccisione del fondamentalista islamico ‘Osama Bin Laden’, deve il suo titolo proprio all’ora esatta in cui scattò tutta l’operazione, culminata poi con la morte del pericolosissimo terrorista saudita.

A mezzanotte e mezza del 1 Maggio 2011, prese il via infatti l’operazione militare che tutto il mondo si auspicava partisse già molto tempo prima, ovvero quella di trovare, stanare ed uccidere l’uomo che aveva seminato il terrore e minacciato tutto il mondo, quell’Osama Bin Laden che un po’ tutti volevano vedere assolutamente morto. Pellicola dai contenuti forti e dalle innumerevoli critiche ricevute, ‘Zero Dark Thirty’ si colloca certamente tra i migliori 50 film dell’ultimo decennio, come testimonia il lungo elenco di riconoscimenti e premi che ha ricevuto.

The Last Full Measure, la storia di un medico di guerra del Vietnam premiata più di 30 anni dopo

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Negli ultimi anni Hollywood non ha avuto troppe buone idee originali, ma c’è ancora un certo spazio per questi tipi di film che offrono una visione diversa delle cose, o almeno non fanno parte di un franchising o il remake di un film già visto prima. La mancanza d’idee dalla mecca del cinema ha raggiunto un punto allarmante, anche se sembra poco importante per le mandamasi del settore, che continuano a fare milioni con i loro film basati su eroi, fumetti e best seller di successo. Tra le tanti superproduzioni, c’è spazio per film più piccoli e originali, come l’ultimo vincitore degli Oscar, il bellissimo ed emozionante ‘The Green Book’.

Quel film era basato sulla storia vera di un talentuoso musicista nero, e Hollywood ha capito che ci sono anche storie molto belle in quella parte, adattandole al grande schermo. Uno dei più attesi quest’anno è The Last Full Measure, un film drammatico che racconta la storia di un medico che ha dato tutto in quel momento per salvare i suoi connazionali nella guerra del Vietnam e che è successivamente decorato, molti decenni più tardi, grazie alla profonda ammirazione che un altro investigatore provò per lui, rivelando tutto ciò che fece per la sua nazione in quella guerra che continua ancora oggi a creare cicatrici in America.